Sono Alessandra, abito a Reggio Emilia e ho tre figli, due dei quali sono celiaci. La nostra vita è cambiata radicalmente 18 anni fa, quando a mia figlia maggiore fu diagnosticata la celiachia... seguita poi a ruota dal fratello.
Di una cosa ero sicura: la celiachia non doveva essere motivo di limitazioni e/o restrizioni. Ci doveva essere un modo per “duplicare” con le nuove farine le stesse ricette che avevano sempre fatto parte della nostra alimentazione.
Con il trascorrere del tempo (e tante prove nella cucina di casa), ho iniziato ad acquisire più familiarità con il mondo del senza glutine e, quindi, ho deciso di partecipare a corsi di cucina organizzati da cuochi che nel settore godono di una certa fama, specializzati anche in combinazioni alimentari a basso indice glicemico. Si sono rivelate delle esperienze molto formative, perché celiachia e diabete sono spesso compagni di viaggio.
La voglia di migliorarmi mi spinge a fare di più e meglio: continuo a leggere libri, scovare su Internet spazi di condivisione e confronto e, soprattutto, continuo ad esercitarmi. Inizio a dedicarmi soprattutto alla lavorazione della pasta fresca, alimento che nella nostra regione è un must... tortelli e cappelletti sono una parte importante della nostra tradizione culinaria. Finalmente, il poter mettere in tavola anche questo tipo di piatti, ci permette di sperimentare una condivisione totale.
La rete è un mondo spesso sconosciuto: è così che, un pomeriggio di due estati fa, leggo delle esperienze legate a Cucina Nostra… ne rimango affascinata! È la risposta concreta a tutte le mie domande, la realizzazione di un’idea un po' pazza che, piano piano, prende forma: sì, perché questo progetto mi consente di produrre e vendere ciò che in questi anni ho imparato a fare.
Nasce così Alleglutenfree. Nasce dalla consapevolezza che nella semplicità dei miei prodotti (garantiti da una filiera controllata e quasi tutti a km 0) si nasconde il gusto della buona tavola, la gioia del condividere un pasto con la famiglia o gli amici senza doversi rifugiare nel solito riso che “ accontenta tutti”.
Perché non permettere anche a chi ha problemi di intolleranze o celiachia di gustare la gioia di un pasto condiviso in allegria?